Descrizione
Da Carona (1110 m), seguiamo il canonico sentiero 210 per il Rifugio Fratelli Calvi (2015 m).
Dal Rifugio Calvi prendiamo la traccia di sentiero (labile) poco dietro e la seguiamo aiutati dagli omini fino al laghetto di Poris (2176 m).
Da qui, non prendiamo subito la cresta ma continuiamo a seguire gli omini che ci fanno mantenere quota fino ad un canalone sfasciumoso con relativo costone erboso sulla sinistra che risaliamo puntando in direzione Passo Grabiasca (2430 m).
Giunti al passo, aggiriamo di pochi metri la cresta seguendo i pochi bolli rossi presenti e risaliamo qualche facile roccetta guadagnando presto la cresta erbosa che ci conduce all’antecima Grabiasca con croce di vetta (2670 m).
Scendiamo all’intaglio sottostante disarrampicando un breve ma esposto caminetto e risaliamo le placche a noi frontali che ci conducono sulla vetta principale del Grabiasca (2705 m). Si sale a logica, aiutati da alcuni omini.
Inizia qui la parte più tecnica della cavalcata: in linea di massima teniamo sempre il filo di cresta talvolta affilato, disarrampicando i vari gendarmi che troviamo sul percorso. In alcuni casi la disarrampicata non è eccessivamente facile e l’aggiramento/la valutazione di passaggi alternativi risulta avere più senso.
Giunti ad un ultimo gendarme abbastanza grande che precede il canale di salita al Poris, avendo letto le relazioni, preferiamo aggirarlo sul versante seriano: non è un aggiramento tecnico ma si cammina in costa su isiga (erba pungente e scivolosa) con una fortissima esposizione.
Aggirato quindi l’ultimo gendarme troviamo l’indicazione per il Poris e ci siamo dunque uniti al canale Nord di salita per la vetta: seguiamo gli omini e con facile arrampicata giungiamo in vetta al Monte Poris (2716 m).
Per la discesa seguiamo la via normale al Poris (cresta est – segnata con alcuni omini) che ci conduce al Passo di Valsecca (2496 m).
Ritorno al Rifugio Calvi col sentiero 225 (sentiero delle Orobie) e poi a Carona tramite lo stesso sentiero di salita.
Impressioni
Giro per il quale avere una traccia GPS da seguire è molto utile. Dal Calvi in poi non si è quasi mai su sentiero e sempre alla ricerca di un omino di pietra che dia conforto. Alcuni passaggi non sono immediati: conviene valutare bene da dove proseguire per evitare di finire in canalini poco comodi che non portano a nulla.
Cosa si mangia in Rifugio?
Leggi l’articolo della nostra rubrica culinaria per scoprire cosa abbiamo mangiato al Rifugio Calvi dopo questo splendido giro orobico!