Il giusto carburante durante l’Alta Via dell’Adamello

Primo giorno

Partenza dell’Alta Via dell’Adamello. Non siamo davvero consapevoli del viaggio faticoso che sarà e di quanto i nostri fisici verranno messi a prova.Ma ce ne accorgeremo presto.

L’avvicinamento al sentiero 1 è già lungo e per questo, una volta arrivati al Rifugio Tita Secchi, già sentiamo il bisogno di un pit-stop energetico: per questo prendiamo due caffè e una crostata di buon auspicio. Non può non essere apprezzata.

Poi comincia l’inconsapevole calvario: Cornone di Blumone, giù e il lunghissimo sentiero per il Rifugio Maria e Franco, dove alloggeremo.

Al rifugio, tra una partita a carte e l’altra nell’attesa della cena, ci prendiamo un sofficissima torta margherita. Semplice ma sempre buona (forse è proprio la semplicità che la rende speciale).

Arriva l’ora di cena e al remoto Maria e Franco sfoggiano una cucina molto semplice e rustica, risultato dell’estremo isolamento del rifugio: spaghetti al pomodoro per Mat e una zuppa piccante molto buona per Seupa. Di secondo, uova al tegamino. E si vola a letto.

Il nostro voto al primo giorno:

Secondo giorno

Il secondo giorna sarà durissimo, e noi lo sappiamo bene. Colazione il più possibile abbondante al Maria e Franco e via, verso passi massacranti.

Al Prudenzini non ci fanno un panino (perchè fuori orario ?) e quindi dobbiamo tenere duro fino allo Gnutti, dove, stremati, ci preparano un panino che ricordiamo tutt’ora come uno dei pasti più buoni di sempre: “pane e formaggio“. Molto semplice. Ma il pane era top, e il formaggio stagionato il giusto e bello spesso, generoso.

Ritornano le forze per la salita finale.

Al Tonolini c’è un’accoglienza davvero fantastica! Oltre a rifocillarci a dovere, ci danno anche tutti i consigli possibili per la tappa del giorno dopo. Per finire il giro in tempo, insomma.

Pre-cena: uno spritz è d’obbligo. Spritz alpino, in questo caso. Magnifico.

Per cena: due bei piatti di pasta per reintegrare i carbo (uno al ragù e l’altro al pesto), due secondi con polenta, carne e pomodori. Bis di polenta (!) croccante, gentilmente offerto dai rifugisti e un bel quartino di vino.

Si va a nanna. la sveglia per l’indomani non ha pietà.

Il nostro voto al secondo giorno:

Terzo giorno

Terzo e ultimo giorno. La sveglia suona al buoi solo per noi.

I rifugisti ci hanno gentilmente preparato la colazione in anticipo e noi siamo molto grati per questo. ci ricarichiamo con caffelatte, fette biscottate, pane, marmellata e nutella e siamo pronti.

Via, verso la fine del nostro viaggio.

Le fatiche non sono poche, ci mettono alla prova.

Al Rifugio Occhi all’Aviolo ci prendiamo un altro pane con formaggio, memori delle gioie date da quello dello Gnutti, che non abbiamo fotografato.

Alla Malga Stein, si sente il profumo della fine, dell’arrivo. Decidiamo quindi di festeggiare con una bella fetta di torta sbrisolona, birra e coca cola. What else?!

Il nostro voto al terzo giorno: