Descrizione
Da Carona (1110 m), seguiamo il canonico sentiero 210 per il Rifugio Fratelli Calvi (2015 m).
Oggi affrontiamo le piramidi Brembane nella loro versione più selvaggia: la Traversata dei Diavoli.
Si parte da Carona (1110 m) dove imbocchiamo il classico sentiero 210 che ci conduce prima a Pagliari e poi al Rifugio Calvi (2015 m).
Da qui allunghiamo con il sentiero 225 in direzione Rifugio Brunone. Seguiamo il sentiero fino al Passo di Valsecca (2496 m) dove giriamo a sinistra fino a giungere ad una pietra tonda con la scritta “Gregis” che ci indica l’inizio della cresta del Diavolino.
La cresta si presenta dapprima abbastanza erbosa e poi sfasciumosa. La verticalità è subito tanta, così come l’esposizione in alcuni punti.
La salita al Diavolino procede in un canale abbastanza verticale e poi ci obbliga a superare alcune placche abbastanza lisce (mai oltre il II grado).
Giunti in vetta al Diavolino (2810 m) si scende verso la breccia dei Diavoli, seguendo gli sporadici bolli verdi che ci indicano sommariamente la via.
Il punto chiave della traversata è un gendarme roccioso di circa 2 m proprio poco prima di approdare sul diavolone: lo si può scavalcare (disarrampicata non banale) oppure lo si può aggirarle a sinistra (con esposizione elevata), secondo ciò che abbiamo valutato. Noi lo abbiamo scavalcato.
Superato il gendarme la salita al Diavolo risulta molto verticale ma su roccia piena di appigli, pertanto non ci sono particolari problemi.
Dalla vetta del Diavolo di Tenda (2914 m) scendiamo poi tramite la via normale alla Bocchetta di Podavit e, costeggiando le severe pendici del Pizzo Rondenino, tiriamo dritto per il Passo Selletta (2372 m).
Da qui senza difficoltà scendiamo prima al Lago del Diavolo (2142 m) e poi al Rifugio Longo (2026 m), prima di rientrare a Carona.
Impressioni
Traversata non banale, con tratti esposti e passaggi abbastanza impegnativi (II grado). Il dislivello e lo sviluppo importanti rendono il tutto più faticoso. Fondamentale il casco.
La salita al Diavolo dopo la breccia è tutta estremamente segnalata con bolli, mentre la salita al Diavolino deve essere affrontata un po’ più “intuitivamente”. E’ sempre utile avere una traccia GPS da seguire.